Perché confondiamo riconoscimento con approvazione (e ci sentiamo feriti)

Scopri la differenza tra riconoscimento e approvazione:

due concetti spesso confusi che influenzano relazioni, lavoro e vita quotidiana.

Riconoscimento o approvazione?

Una confusione che ci ferisce ogni giorno

Il punto di partenza

Quante volte ci sentiamo feriti perché “non ci riconoscono”?

Magari al lavoro, in famiglia, in un’amicizia.

Ma se andiamo a fondo, non è tanto la mancanza di riconoscimento quanto quella di approvazione che ci pesa.

Sono due cose molto diverse, e confonderle può creare malintesi e sofferenze inutili.

Che cos’è l’approvazione

L’approvazione è un giudizio soggettivo: qualcuno valuta ciò che facciamo o ciò che siamo.

È sempre unilaterale e contingente, dipende dall’opinione, dall’umore, persino dalla moda.

Esempio: un capo che ci dice “ottimo lavoro”, un amico che apprezza una nostra scelta, un like sui social.
Ci fa piacere, certo, ma non è stabile: domani lo stesso gesto potrebbe non piacere più.

Che cos’è il riconoscimento

Il riconoscimento, invece, è un rapporto reciproco: significa trattarsi come soggetti liberi e degni, non come cose.

Qui la radice è filosofica: già Hegel lo vedeva come la condizione stessa della libertà.

Non è un “mi piaci” o “sono d’accordo con te”, ma un “ti considero come pari, con diritti e dignità come i miei”.

Esempio: in un contratto di lavoro datore e dipendente si riconoscono reciprocamente come parti libere; in una relazione d’amore ci si riconosce come persone con uguale valore.

Dove nasce la confusione

Nel linguaggio comune i due termini si sovrappongono.
Così capita che, quando non riceviamo approvazione (un complimento, un segno di apprezzamento), diciamo di non sentirci “riconosciuti”.
Ma sono due piani diversi.

Alcuni esempi quotidiani:

  • Sul lavoro: un dipendente può sentirsi non riconosciuto se non riceve lodi frequenti. Ma il riconoscimento c’è se il contratto lo tutela, se la sua voce conta nelle decisioni, se i suoi diritti sono rispettati.
    Mancano gli elogi, non il riconoscimento.
  • In famiglia: un figlio può pensare di non essere riconosciuto se i genitori non condividono le sue scelte.
    Ma il riconoscimento c’è quando viene trattato da adulto capace di decidere, anche se la decisione non piace.
  • Nelle relazioni: in una coppia, chiedere sempre conferme affettive può confondere approvazione e riconoscimento.
    Il riconoscimento non è dire sempre “hai ragione”, ma rispettare l’altro come persona autonoma, anche nei conflitti.

Perché è importante distinguerli

Capire questa differenza ci aiuta a leggere meglio le nostre emozioni e i nostri rapporti:

  • Non sempre chi non ci approva ci sta negando riconoscimento.
  • Possiamo vivere senza continua approvazione, ma non senza riconoscimento.

In altre parole:

  • L’approvazione è psicologica, variabile, legata al gusto e al giudizio.
  • Il riconoscimento è filosofico, strutturale, fondamento della libertà reciproca.

 

Bibliografia: l’Ethos del riconoscimento  di Lucio Cortella