L’infinito delle possibilità: una bellezza che può spaventare
Ogni mattina, quando apriamo gli occhi, siamo immersi in un oceano di possibilità. Il nostro “essere” è come un mare vastissimo: aperto, senza confini, ricco di potenzialità che ci chiamano
Questa libertà ci emoziona, ma spesso ci paralizza. Perché scegliere significa escludere.Dire “sì” a un’opzione significa dire “no” a tutte le altre. Significa prendere l’infinito e farlo diventare una strada, un gesto, una vita concreta.
Il filosofo francese Jean-Paul Sartre ci ricorda che siamo “condannati alla libertà“: non possiamo sottrarci al peso delle nostre scelte.
Anche non scegliere è una scelta. Il nulla da cui emergono le nostre decisioni è lo stesso spazio infinito che ci spaventa e ci attrae.
L’essere che si fa ente: l’infinito che diventa finito
L’essere, in fondo, è una possibilità pura. È come un orizzonte che avvolge ogni cosa. Ma per diventare vita, deve “sacrificarsi” in forme finite: gli enti, le cose concrete, le scelte che plasmano il nostro percorso.
Quando scegliamo, l’essere si lascia “imprigionare” in un’azione, in una decisione, in un volto amato. Come scrive Maurice Blondel (filosofo), “l’azione è la verifica dell’essere“. Non basta pensare la vita: dobbiamo incarnarla, viverla, rischiarla.
Inoltre Virgilio Melchiorre (filosofo italiano) ci ricorda che “la vita non è mai un concetto da contemplare, ma un gesto da compiere“.
In questo senso, ogni scelta è una forma di coraggio che rende visibile l’invisibile.
La scelta come atto di coraggio quotidiano
Ogni scelta, grande o piccola, è un atto di nascita. È un modo di dire al mondo: “Sono qui, sono questa possibilità che diventa reale“.
Spesso temiamo di sbagliare. Ci sentiamo attratti dalle infinite alternative che lasciamo indietro. Ma vivere davvero significa accettare di perdere infinite strade, per dare vita a una sola.
Ogni “sì” che diciamo contiene dentro di sé tutti i “no” che abbiamo pronunciato. In questa rinuncia sta la nostra forza.
Nella filosofia esistenzialista, questa è la vera libertà: non l’assenza di limiti, ma il coraggio di abitare un limite, di incarnare una forma, di dare un volto al nostro essere.
Il seme di una nuova consapevolezza
Forse, dietro tutte le nostre paure e resistenze, si nasconde una domanda più profonda: vogliamo restare potenzialità pura, o vogliamo diventare vita vissuta?
La filosofia non ci offre risposte definitive: ci insegna piuttosto l’arte di fare domande. E le domande più autentiche non nascono dalla mente, ma dal silenzio profondo del nostro cuore.
Come scriveva Sartre, “l’uomo è ciò che fa di sé stesso“. E come ricorda Blondel, “la verità si scopre solo agendo“.
E allora forse oggi possiamo fermarci un attimo e chiederci: Quale forma voglio dare al mio infinito? Quale piccola scelta posso compiere per trasformare la mia potenza in vita reale?
