Intelligenze e apprendimento. L’intelligenza può essere definita come la capacità di un individuo di comprendere il mondo in cui vive e di risolvere i problemi (ambientali, sociali, culturali) che incontra durante la propria esistenza.
Abilità con cui siamo soliti misurarci nelle piccole e grandi cose della vita e che tendiamo a dare per scontata, a meno che non ci si occupi di pedagogia e/o comunicazione.
Di recente ho approfondito la teoria delle intelligenze multiple messa a punto da Howard Gardner e ho trovato delle affinità con i sistemi rappresentazionali sensoriali (Programmazione Neuro Linguistica).
In entrambe le modalità l’attenzione è rivolta alle necessità del proprio interlocutore, come vedremo in seguito.
Teoria delle intelligenze multiple
Fino a metà Novecento, in ambito accademico, l’intelligenza era ritenuta una capacità monolitica, misurabile attraverso standard e test di valore scientifico.
Chi scardinò queste certezze fu Howard Gardner che negli anni ottanta, attraverso i suoi studi teorizzò l’esistenza di intelligenze multiple, ovvero diverse forme indipendenti le une dalle altre. Egli indicò dapprima 7 poi altre 2 abilità mentali indipendenti (intelligenze) ognuna delle quali ha specifiche caratteristiche.
Approfondiamo ora a grandi linee i diversi tipi di intelligenze e le rispettive caratteristiche
Linguistica
Sensibilità sul significato e ordine delle parole e per le funzioni del linguaggio. Buona capacità di ragionamento astratto e pensiero simbolico. Facilità di acquisizione di altri linguaggi incluso quello dei segni. Si impara meglio scrivendo, discutendo e leggendo.
Logico-matematica
Abilità a condurre ragionamenti lunghi e a memorizzarne i passaggi cogliendo il senso delle connessioni. Governa la deduzione e la logica.
Abilità di trovare soluzioni logiche ai problemi o risolvere operazioni matematiche.
Musicale
Capacità di riconoscere e usare schemi ritmici e tonici, di usare la voce e strumenti musicali; sensibilità ai suoni dell’ambiente. Gardner ritiene che sia uno dei primi talenti a emergere in un individuo.
Non è limitata all’ambito uditivo ma sfocia nel dominio della matematica (viene intesa come lo studio delle strutture).
Visuo-spaziale
Propria di chi predilige arti visive, ha un buon senso dell’orientamento.
Significa pensare per immagini e disegni, avere una memoria visiva.
si manifesta principalmente nella creazione di arti figurative e quindi i soggetti apprenderanno meglio attraverso stimoli visivi come grafici, disegni, film, video e fotografie.
Corporeo cinestetica
Sviluppo di sensibilità tattile e istintiva.
Ha coordinazione e armonia motoria.
Si apprende meglio attraverso il movimento, attraverso il fare.
Interpersonale
Abile costruttore di relazioni. Capacità di comprendere gli altri e in lui prevale il desiderio di socializzazione e interazione. È orientato alla creazione di ambienti favorevoli alle azioni di gruppo. Coltiva amicizie, si adatta bene alla vita di gruppo. Le intelligenze intra e interpersonale sono definite da Gardner anche intelligenze emotive.
Intrapersonale
Apprendere attraverso la riflessione individuale, bisogno di stare da soli, scrivere, disegnare e seguire il flusso dei propri pensieri. Una intelligenza legata al quoziente di significato che il soggetto attribuisce alle proprie azioni. Cosa lo motiva.
Naturalistica
Abilità di riconoscere e classificare gli elementi della natura. I soggetti che hanno queste abilità studiano botanica, zoologia e altre scienze anche e soprattutto per i processi di apprendimento che le caratterizzano cioè classificazione e categorizzazione.
Esistenziale o teoretica
Autoriflessione rispetto a temi esistenziali e a questioni etiche. La si ritrova nei filosofi ma anche nei fisici, perché permette di ricavare da complessi processi di astrazione delle categorie concettuali in grado di riunire e spiegare più eventi contingenti.
Sistemi rappresentazionali sensoriali
In genere un sistema rappresentazionale sensoriale: visivo, auditivo, cinestesico (Programmazione Neuro Linguistica) prevale sugli altri senza tuttavia escluderli del tutto.
Per meglio comprendere, immaginiamo che io debba tenere una conferenza su un determinato tema e sono consapevole dell’eterogeneità del mio pubblico.
Cosa devo fare per essere efficace?
Il tema che io proporrò sarà maggiormente accolto e gradito se userò più modalità comunicative. Ad esempio, sosterrò la narrazione orale con immagini, video o diapositive, esperienze concrete.
Ancora, i predicati sensoriali (sostantivi, aggettivi, avverbi e verbi che sono usati in stretta correlazione con il sistema rappresentazionale usato) che userò dovranno considerare tutti i sensi, visivo, auditivo e cinestesico. In alcuni casi prevedere anche l’uso di profumi/odori potrebbe essere utile.
In questo modo l’esperienza di chi assiste potrà non solo essere ricordata nel tempo, ma coinvolgere una platea più ampia di persone.
Bene, torniamo al tema delle intelligenze multiple e immaginiamo io sia un docente.
Parimenti al conferenziere, se conosco le caratteristiche dei miei interlocutori (allievi, senza distinzione di età), potrò adattare i contenuti della mia lezione ai diversi stili di apprendimento.
Ovvero, insegnerò utilizzando una gamma di attività didattiche che incontrino la varietà di intelligenze.
E quindi, semplificando…
Ogni persona, dotata di un proprio particolare talento o profilo peculiare di intelligenza, necessita di uno specifico e privilegiato tipo di apprendimento.
Il capitale iniziale di intelligenza in possesso di ogni individuo alla nascita, nel tempo in vari modi potrà evolversi, modificarsi, integrarsi in relazione alla maturazione, alle esperienze e alle interazioni.
Gardner e le intelligenze multiple
Con l’introduzione di questa teoria l’autore ci porta a riflettere sul ruolo che ogni intelligenza ha nel rapporto con la conoscenza.
L’utilizzo di più intelligenze potrebbe favorire il passaggio da un sapere all’altro in maniera più fluida e veloce, questo significa però andare oltre le dinamiche di insegnamento tradizionale.
L’approccio gardneriano si fonda su di un metodo centrato sullo studente che prevede innanzitutto il maggior approfondimento possibile delle sue conoscenze. Un tipo di insegnamento in grado di aiutare ogni allievo a imparare secondo modi, tempi, ritmi e stili a lui congeniali. Tutto ciò per valorizzare le diverse potenzialità.
In conclusione, un modo “intelligente” per applicare questa teoria è insegnare in una modalità che incontri la varietà di intelligenze di ogni allievo. Nel caso in cui non sia possibile farlo, sarà utile partire almeno dalla consapevolezza che esistono più tipi di intelligenza.
Come riconoscere le proprie “intelligenze”?
Ho trovato on line un paio di test di Gardner per misurare (farsi una idea) le diverse intelligenze che per curiosità ho compilato.
Nel primo test ogni tabella corrisponde a una intelligenza e ne illustra le caratteristiche a cui attribuire un valore. In base al punteggio ottenuto puoi stilare una graduatoria e individuare – ad esempio – il percorso universitario più adatto (se pensiamo a uno studente indeciso sul proprio percorso di studi) ma anche banalmente comprendere meglio come funzioniamo.
Dal test si potranno registrare livelli alti in alcune di queste intelligenze, in buona parte o in tutte.
È come fare un’analisi SWOT per individuare i punti di forza e di debolezza, le opportunità o eventuali minacce. Si potranno così attivare adeguate condizioni di apprendimento e incoraggiamento.
In conclusione, l’affinità tra sistemi rappresentazionali sensoriali e teoria delle intelligenze multiple sta nella comune attenzione al proprio interlocutore. Se vogliamo essere compresi dobbiamo conoscere come comunica o apprende la persona a cui stiamo dirigendo i contenuti della nostra comunicazione o del nostro insegnamento.
La teoria delle intelligenze multiple proposta da Gardner ha davvero grandi potenzialità di applicazione sia in ambito educativo sia lavorativo. Individuare le singole intelligenze affinché possano collaborare e ogni persona possa mettere a frutto il proprio potenziale.
