L’orientamento alla generatività [motivazione e comunicazione generativa e gestione generativa delle contraddizioni], è uno strumento concettuale utile a capire, orientarsi e agire della persona in ogni area che la riguardi.  

Ma cosa si intende per motivazione e comunicazione generativa nell’approccio empowerment?

La motivazione generativa

Si differenzia da quella “necessitata” (soddisfazione di bisogni e richieste imposte e adempimento di doveri) e da quella “autorealizzativa espressiva” (espressione di sé, autenticità, autorealizzazione della propria natura).

Pur non essendo riconosciuta e concettualizzata è fortemente sviluppata nell’individuo. Sarebbe altresì difficile spiegare alcuni comportamenti che non rispondono né a necessità né ad autorealizzazione, come ad esempio crescere dei figli o più in generale scegliere, far nascere e alimentare qualsiasi tipo di “impresa” (da un’azienda a stabilire un record o altro ancora).

 

Potremo definirla in questo modo: “motivazione che spinge la persona, in maniera forte e duratura, a comportamenti e attività rivolte a far esistere nuovi aspetti o «pezzi di mondo» che non ci sarebbero senza la propria attività” (Persona empowerment, 119). Mondo di riferimento è il micromondo della persona.

Anche in questo caso possiamo parlare di aggiunta, poiché la motivazione generativa non elimina né sostituisce le altre due (necessitata e autorealizzativa espressiva) ma le comprende e supera evidenziando una nuova configurazione motivazionale.

Dalla prima (necessitata) eredita la tenacia e tendenza a non mollare nonostante lo sforzo, dalla seconda (autorealizzativa espressiva) il forte investimento delle parti più autentiche di sé.

Motivazione che emerge maggiormente in età adulta e in campo lavorativo, anche se il potenziale si intravede già nei comportamenti di bambini e ragazzi.

 

La motivazione generativa tende a:
  • orientare i comportamenti;
  • cercare nuove forme di rapporto e nuovi risultati della comunicazione;
  • individuare nuove opportunità e risolvere eventuali nuovi problemi;
  • ampliare lo spettro di risorse disponibili e obiettivi da perseguire;
  • rimettere in gioco equilibri e sicurezza;
  • considerare le contraddizioni come punto di inizio di un possibile processo generativo;
  • agire nel mondo considerandolo come ancora in buona parte da costruire.

La comunicazione generativa

Il processo di comunicazione generativa va oltre lo scambio e la messa in comune dei contributi comunicativi degli interlocutori.

Il suo obiettivo è di produrre e generare qualcosa di cui nessuno era prima portatore.

Si differenzia dalla comunicazione “confermativa” e da quella “scambiativa”, scopriamone le differenze. 

Processo di comunicazione scambiativa

Se immaginiamo nello scambio due interlocutori, ognuno porterà il proprio punto di vista arricchendo l’altro.
Vantaggi: si arricchisce la propria conoscenza e si afferma un clima collaborativo propedeutico alla comunicazione generativa.
Svantaggi: si rischia di entrare in un loop degenerando nella comunicazione confermativa (ripetizione delle stesse cose).

Processo di comunicazione confermativa

Il risultato di questo tipo di interlocuzione, sarà di confermare il proprio punto di vista, le proprie idee, opinioni e informazioni senza mettere in atto alcuno scambio.
Vantaggi: conferma positivamente alcuni rapporti, in particolare quelli familiari o puramente affettivi. Inoltre, durante un breve scambio interpersonale o all’inizio di una riunione è utile a confermare reciprocamente il valore e gradimento.
Svantaggi: il fallimento della comunicazione scambiativa e quindi il possibile arricchimento.

Processo di comunicazione generativa

In questo caso invece il risultato va oltre lo scambio e messa in comune dei punti di vista degli interlocutori.

L’esito della conversazione sarà la generazione di qualcosa di nuovo di cui nessuno dei partecipanti era portatore a priori. Tipico di riunioni e comunicazioni finalizzate al problem solving, il nuovo elemento generato sarà frutto del processo e soluzione del problema.

Un concetto che può essere esteso in tutte le aree della vita di una persona.

Caratteristiche e crucialità della comunicazione generativa
  • Meno strutturabile e strutturata e quindi richiede più tempo, implicando a volte di girare intorno alle cose, può risultare di difficile focalizzazione e creare ansia.
  • Il nuovo generato è in parte comune e in parte differente ai comunicatori, gli interlocutori potrebbero essere molti diversi e lontani (un vecchio e un bambino, un maschio e una femmina, persone di nazionalità, cultura e razze diverse). Ciò che sarà generato pur nuovo e condiviso potrà essere in parte difforme, almeno nei significati attribuiti.
  • Questo tipo di comunicazione quando riesce, oltre a creare risultato utile per entrambi, crea nuovo contenuto e processo di relazione. Ha pertanto un duplice valore: funzionale e relazionale.
  • Corrisponde a bisogni ma anche a desideri di crescita, innovazione e generazione di nuovi elementi di mondo.

Immaginando una scala tendenziale evolutiva vedremo al primo gradino la comunicazione confermativa, poi quella scambiativa e infine quella generativa, come punto di arrivo.

Per arrivare a questo tipo di comunicazione, secondo Bruscaglioni, è efficace un quarto tipo di comunicazione che definisce “incisiva” che ha l’obiettivo di provocare l’uscita dalla comunicazione confermativa o scambiativa e l’entrata [o almeno l’avvicinamento] a quella generativa. Un tipo di comunicazione transitoria, di passaggio e “pro-vocatoria”. In altri ambiti la definiremo una rottura di schema che disorienta ma apre uno spiraglio.

Ho lasciato per ultimo la gestione generativa delle contraddizioni che ritengo più complessa ma almeno per me più interessante e nuova.

Gestione generativa delle contraddizioni (interne ed esterne alla persona)

 Alcuni esempi di contraddizioni personali interne: Mi sento proprio bravo, ma anche di non essere all’altezza. Voglio cambiare, ma anche continuare ad essere quello che sono. Vorrei adempiere ai miei doveri e responsabilità sociali, ma anche fare ciò che esprime la mia natura…

Alcuni esempi di contraddizioni personali esterne: Voglio dedicare più tempo alla mia famiglia, ma voglio-devo continuare a dedicare molto tempo al mio lavoro. Nelle relazioni con altri voglio impormi di più, ma voglio essere più attento e partecipativo.

Uno stato di contraddizione in cui nella persona coesistono due tendenze entrambe irrinunciabili per lei anche se percepite in contrasto tra loro.  Contraddizione che si differenzia dal “conflitto” che vedrebbe come esito del contrasto tra le due polarità il dominio di una sull’altra o la sua eliminazione.

Una situazione che prima o poi abbiamo vissuto tutti. Non è così raro e accade in ogni ambito della nostra vita di relazione e interiore. Ciò che si cerca, ad un certo punto, è una soluzione che componga la polarità in contraddizione che sfocia il più delle volte in un compromesso, una via di mezzo, un equilibrio.

L’approccio all’empowerment propone una gestione generativa ritenendo il compromesso come ultima spiaggia, vedremo nel prossimo post le due metodologie orientate alla generatività: La rivisitazione delle origini e la duplice progettazione estremizzata di A. K. Rice.

Stay Tuned!

Bibliografia:
Persona Empowerment – Poter aprire nuove possibilità nel lavoro e nella vita di Massimo Bruscaglioni
Per una formazione vitalizzante – Strumenti professionali di Massimo Bruscaglioni

Foto:
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Foto interno:
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