Tra gli esami a scelta del mio corso di studi, mi sono fatta affascinare da “Formazione ed empowerment della persona” tenuto dal Prof. Massimo Bruscaglioni. Non ho ancora capito perché, ma col senno di poi la reputo una scelta lungimirante.

Gli spunti di riflessione sono parecchi così come le affinità che ho riscontrato anche se, considerato che gli intrecci sono tanti e articolati, mi limiterò in questo contesto a estrapolare i punti che ritengo più stimolanti e utili nella vita di tutti i giorni, ovviamente attraverso una mia interpretazione.

Definiamo empowerment

La parola empowerment non trova un corrispettivo nella nostra lingua, traducendo letteralmente suonerebbe più o meno come “impoteramento” e, a mio avviso, non farebbe onore al concetto. Empowerment equivale a un processo di sviluppo del proprio potere personale, un potere inteso come possibilità di… più che di influenza su altri.

Mi piace pensare che quando nasciamo ci venga data in dotazione una tela bianca, corredata da qualche colore e da una serie di “maestri” che, nell’accompagnarci, ci faciliteranno nella nostra crescita/evoluzione. A prescindere da loro, sarà in nostro potere dipingere sopra la tela ciò che riteniamo ci rappresenti. In seguito, se e quando non ci riconosceremo più in quella raffigurazione, come facevano i pittori di un tempo, ne dipingeremo sopra una di nuova.  (Su questa tela torneremo in seguito, serve prima una premessa).

Self empowerment della persona

Empowerment, tema complesso e a suo modo stratificato, cercherò di semplificarlo senza banalizzarlo, spero di riuscirci.  Per individuare il processo operativo di self empowerment della persona, tre sono le fonti teoriche cui fare riferimento:

  1. L’approfondimento del concetto di empowerment e delle sue principale dimensioni psicologiche individuali (Zimmerman e Rappaport).
  2. Il concetto di processo di possibilitazione formulato e sviluppato teoricamente e sul campo da Massimo Bruscaglioni.
  3. Osservazioni sul campo su come le persone imparano e acquisiscono nuove possibilità, in particolare quando avviene un vero e proprio salto di qualità personal professionale. (Bruscaglioni).

self” sottolinea che ci si occupa della componente della persona che dipende dalla propria azione ed è sempre lei ad essere protagonista del suo processo di potenziamento.

Empowerment psicologico individuale

ovvero: sentimenti di protagonismo sulla propria vita, uso ottimale delle risorse personali, avere potere all’interno di sé e saperlo usare nella gestione della propria vita

Potere esterno (relazionale ed esercitato su altri) e interno (dinamiche interne alla persona). Queste le principali componenti:

  1. internal locus of control, ovvero la parte di sé che sottolinea la propria influenza sociale su ciò che avviene o potrebbe avvenire;
  2. self efficacy: fiducia di saper reperire dentro di sé, tra quelle possedute, le risorse utili alla sfida del momento;
  3. speranzosità, che possano emergere positività definite, intervenienti, fattori e novità non prevedibili e pianificabili ma possibili;
  4. pensiero positivo operativo che tende a sottolineare le risorse possedute (non quelle mancanti).

Dinamica stabilità-cambiamento e terza polarità

Il processo di possibilitazione della persona si propone come terza polarità rispetto alla dinamica stabilità-cambiamento. Dinamica rilevante nella quotidianità: verso la stabilità spingono rassicurazioni, paure, tradizione e attaccamenti. Verso il cambiamento i nuovi bisogni, desideri, aspirazioni e opportunità, speranza e fiducia in un mondo migliore interno ed esterno.

Processo attraverso il quale la persona aggiunge nuove possibilità alle precedenti di cui già dispone; si differenzia dai due processi: di stabilità (permanere nella situazione attuale) e cambiamento (sostituzione della situazione attuale con una diversa e nuova).

Se la polarità stabilità-cambiamento paralizza la persona, il processo di possibilitazione diminuisce le dinamiche di resistenza al cambiamento. Ho trovato interessante l’idea di “aggiungere” possibilità, che si traduce in uno stato personale di pluri-possibilità (che si differenzia dallo stato di nessuna o unica possibilità) tra cui scegliere, che consente alla persona di sentirsi responsabile e protagonista della propria vita.

Aggiunta che ci porta al terzo elemento: il salto di qualità e le scale tendenziali evolutive.

Salto di qualità e scala tendenziale evolutiva

In questo contesto farò riferimento al salto di qualità in generale nella vita della persona senza approfondire l’aspetto professionale. Per salto si intende il passaggio da una situazione A ad una B, un cambiamento totale o quasi.

Due sono gli approcci metodologici per individuare natura e contenuti dei salti: analitico (tipico della ricerca psicosociale, che non prenderò in esame) e sintetico che tende a leggere il salto di qualità come gradino di una scala tendenziale evolutiva. Scala che presuppone un andamento evolutivo e immagina ogni gradino (stadio) come un aumento di possibilità che supera il precedente in crucialità e possibilità, ma continua a comprenderlo in sé.

Ogni gradino propone una nuova riproduzione nella tela di cui parlavo prima che, pur visualizzando l’ultima rappresentazione, comprende in sé ogni strato precedente. Le rappresentazioni saranno via via più articolate e complesse ma ognuna sarà la summa di ognuna delle precedenti.

In Persona Empowerment, Bruscaglioni, per evidenziare il salto di qualità della persona che si assume rilevanti responsabilità, usa la metafora di Lancillotto-Re Artù: una scala costituita da due soli gradini-stadi e un solo scalino-salto di qualità:

Il primo stadio Lancillotto: in azienda un giovane si percepisce al massimo della bravura in un certo campo, spesso in duello con chi ha caratteristiche analoghe, sta dalla parte del cavaliere.

Il secondo stadio Re Artù: il giovane maturato e capace di assumersi responsabilità complesse, gestire le contraddizioni, essere diplomatico, gestione dinamiche tra esigenze di stato e la propria autenticità. Re Artù è forte e saggio, ispira sicurezza, sa far stare bene gli altri; i nemici sono sui grandi temi, non nel duello tra pari.

Cosa facilita il passaggio di stadio, il salto di qualità da Lancillotto a Re Artù?
  • La percezione che si tratti di scala e non di cambiamento radicale. Che Re Artù comprende dentro di sé anche Lancillotto, non perde ma ingloba il suo precedente sé.
  • È proprio aumentando le responsabilità che la persona cresciuta può procurare a sé stessa ciò che il sé giovanile desiderava.
  • Il fatto che la persona sia stata davvero un Lancillotto desiderante e abbia goduto e avuto successo in quello stadio. Il normale evolvere dei desideri, una volta soddisfatti i precedenti, portano verso la generatività.

Empowerment è molto altro, appuntamento quindi al prossimo post. Indagheremo sulla differenza tra bisogni e desideri, sul concetto di generatività, sui problemi storici soggettivi che ostacolano le scelte, sulle contraddizioni proprie interne ed esterne e altro ancora.

Stay Tuned!

Bibliografia:
Persona Empowerment – Poter aprire nuove possibilità nel lavoro e nella vita di Massimo Bruscaglioni
Per una formazione vitalizzante – Strumenti professionali di Massimo Bruscaglioni

Foto copertina:
Photo by Markus Spiske on Unsplash
Foto interno:
Photo by Kelli Tungay on Unsplash

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