Ci siamo lasciati parlando di bisogni e desideri e, prima di affrontare il tema della generatività, aprirò una finestra sul cambiare possibile della persona, punto focale del processo di Self empowerment.

Cambiare possibile…

Prima di tutto direi che i cambiamenti fanno parte del nostro quotidiano e avvengono, a volte, a prescindere dalla nostra volontà. Sono ampi, diffusi e rapidi e riguardano differenti aree della vita delle persone.

Nel mondo del lavoro ad esempio scompaiono posti di lavoro e ne compaiono altrettanti di diversa natura. Si cambia facilmente lavoro, residenza, località e perché no compagno di vita.

Inoltre, a fronte di nuovi problemi e nuove opportunità, anche le aspirazioni delle persone (individuali e collettive) cambiano.

Ne consegue che l’individuo cambia per scelta oppure per necessità. In modo attivo (scelta) per effetto di una propria selezione, che lo rende responsabile e protagonista della sua vita. In modo passivo (necessità) ovvero la persona è vittima di bisogni, le cui cause non necessariamente dipendono da lei, ma che provocano difficoltà e sofferenza.

Disgregazione o aggiunta?

Ma a prescindere che si scelga o no di cambiare cosa accade? Si passa anche temporaneamente attraverso un processo di disgregazione?

In genere, afferma Bruscaglioni in Persona Empowerment, si tende a pensare che un cambiamento modifichi radicalmente la forma precedente, forma che una volta frantumata lascia il posto a una nuova e diversa.

Tuttavia, sembra che solo in alcuni casi si realizzi il processo drastico sostitutivo, in particolare con la concomitanza e sovrapposizione di tre fattori: accanimento esterno critico (licenziamento, crisi economica), un lungo periodo di insoddisfazione e sensazione di prigionia, il presentarsi di una opportunità salvifica inimmaginabile.

Questi tre elementi giustificano la disponibilità a vivere un periodo di frantumazione della vecchia forma per poi ricomporsi in modo diverso e sostitutivo.

Processo a due fasi: latenza ed evidenza

Più spesso accade invece che il processo di cambiamento proponga due fasi: una prima fase di latenza in cui il cambiamento avviene a livello mentale; una seconda fase evidente che vede la persona visitare il proprio magazzino di possibilità, scegliere una forma nuova e metterla in opera.

Uno spostamento quindi da una possibilità ad un’altra possibilità già presente in lei. Affinché il cambiamento abbia successo l’apertura di pluripossibilità dovrà essere avvenuta prima della crisi, nella fase di latenza.

Pertanto, cambiamento possibile perché basato su un processo precedente di possibilità e uno stato di pluripossibilità della persona e poiché evidenzia come sia possibile favorire il processo preparandosi per tempo.

Ma approfondiamo il significato delle due fasi:

Fase latente

il presupposto non è la necessità di cambiare, ma la voglia. Si prefigura mentalmente come potrebbe essere il cambiamento, anche non troppo dettagliatamente – a metà tra la l’insofferenza attuale e la desiderabilità di una nuova possibilità.

Via via pezzetti di bisogno trovano punti di incontro con pezzetti di desiderio e la prefigurazione prende forma con maggiori dettagli. Sta nascendo la costruzione della pensabilità positiva di sé che pone la persona in una condizione di ascolto di ciò che accade intorno anche se non ha ancora necessità o intenzione di cambiare.

Disponibilità dunque a cogliere le sincronicità, a dare credito a intuizioni, in altre parole ad un ascolto attivo.

Fase evidente

Innesco del cambiamento, ad un certo punto accade qualcosa: un licenziamento, l’incontro di un’opportunità concreta non prevedibile o programmabile (interveniente positivo).

Essere dotati di una o più possibilità mentali fa la differenza tra scegliere o subire; significa sentirsi responsabili e protagonisti del proprio futuro.

Ciò che sollecita le resistenze al cambiamento è il cambiamento sostitutivo, la sensazione di passare attraverso una disintegrazione di noi stessi.

L’autore fa notare che buona parte delle persone, in caso di cambiamento positivo, tendono ad avere una parziale consapevolezza circa il processo latente di possibilitazione che ha preceduto il cambiamento.

Sono più disposti a dare credito a opportunità, incontri fortuiti, motivazioni creatasi nell’ambiente. In questo modo però diminuisce il sentimento di protagonismo attivo del proprio cambiamento anche quando questo è in realtà avvenuto.

Le possibilità interne risultate vincenti per il cambiamento potrebbero aver iniziato a manifestarsi dentro la persona molto tempo prima anche se non in modo palese o in tentativi al momento non riusciti.

Ne consegue che la persona dotata di pluripossibilità sa essere flessibile e capace di adeguarsi ai cambiamenti che la società moderna mette in atto. [difficile sentirsi responsabili quando si ha una sola possibilità].

Processo di Self empowerment

Perciò, componente essenziale è il processo di apertura di nuove possibilità personali, le linee direttrici sono quelle del processo di self empowerment ovvero costruire nuova pensabilità di sé positiva; mobilitare energie desideranti, cercare di sviluppare zone di incontro tra bisogni e desideri, depotenziare i problemi storici soggettivi (killer che vedremo in seguito), reperire nuove risorse interne ed esterne.

Inoltre, essere attenti alle opportunità e intervenienti positivi e ultimo ma non meno importante, sperimentare (anche simbolicamente o attuando piccoli gesti che dimostrino l’intenzione e la volontà di cambiare).

Peculiarità ed essenza del modello del cambiamento empowerizzato è pertanto l’aggiunta non la sostituzione.

Cambiano le crucialità e il fatto che la nuova possibilità non elimina le precedenti.

Quando si diventa adulti non si cancella il nostro essere stati ragazzi e bambini; diventare razionali non eliminerà emozioni ed istinti; essere divorziati non elimina il fatto che si è stati sposati con quella persona etc.

Quindi, emerge un meccanismo che assomiglia più alla dinamica evolutiva e di crescita.

Processo di aggiunta

Bruscaglioni propone una interessante analogia: il funzionamento democratico e i suoi principi ispiratori.

Quando le elezioni sanciranno il cambio di maggioranza e l’inevitabile composizione del governo, non sparirà la minoranza e ciò che aveva fatto per il progresso nel periodo in cui era maggioranza (pensiamo positivamente…). Cambio di governo assimilabile al cambio di crucialità.

Alla successiva tornata elettorale le due parti si confronteranno in parte con gli elementi tradizionali e in parte con i cambiamenti per aggiunta che acquisiranno nel tempo. Gli elettori a quel punto sceglieranno tra le nuove possibilità proposte, somma appunto della tradizione e dell’evoluzione.

Ciò che ci si augura è che le nuove possibilità proposte siano frutto di un incontro generativo; che si tratti di attività rivolte a far esistere nuovi aspetti o pezzi di mondo che senza questo “incontro” non esisterebbero.

Bibliografia:
Persona Empowerment – Poter aprire nuove possibilità nel lavoro e nella vita di Massimo Bruscaglioni
Per una formazione vitalizzante – Strumenti professionali di Massimo Bruscaglioni

Foto:
by Chris Lawton – Unsplash

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