Io penso che gli altri mi vedano vecchia, immagino che mi giudichino fuori luogo, e quindi mi sento in imbarazzo.

Questa è l’immaginazione che si fa del giudizio dei suoi colleghi studenti Barbara, 46 anni, al suo terzo anno di una laurea triennale. Barbara fa parte degli studenti over, immatricolati in età adulta che la riforma degli ordinamenti didattici ha favorito.

Probabilmente, obiettivo della riforma (Decreto Ministeriale 509/99) è consentire l’accesso agli studi universitari anche a chi, in precedenza e per motivi diversi, ne era stato escluso.
Due sono i cicli formativi introdotti: laurea di primo livello (triennale) e laurea magistrale (biennale); una formazione post laurea: master di primo e secondo livello (annuale); dottorati di ricerca (triennale) e altro ancora.
La possibilità di frazionare il percorso (3+2) e il riconoscimento di esperienze di studio e lavoro sotto forma di crediti formativi, ha facilitato l’entrata o il ritorno di un nuovo tipo di studente.

Studenti over: cosa li motiva?

La sociologa Francesca Sartori, ricercatrice dell’Università di Trento ospite di una trasmissione di Rai tre, commenta i dati sugli iscritti al suo ateneo over 50 che costituiscono 1,4% degli iscritti alle varie facoltà di economia, giurisprudenza, sociologia, ingegneria, matematica, lettere e filosofia (soprattutto in questi ultimi la percentuale aumenta fino al 3%).
Secondo la sociologa le motivazioni che spingono le persone dopo tanti anni a riprendere o ad affrontare gli studi sono prevalentemente auto-realizzative: rispondere al desiderio di realizzare qualcosa che non è stato possibile prima e recuperare il proprio passato; il prestigio di essere chiamati “dottore” e soddisfare un bisogno psicologico di riconoscibilità sociale; poter affermare “anch’io ce la posso fare” innescando una competizione con i propri figli o compagni e sentirsi a loro più vicini compiendo un percorso comune.

C’è qualcuno che invece punta a una seconda laurea o desidera migliorare la propria condizione reddituale. Un’età in cui si è più vicini alla pensione, oppure lo si è già e a quel punto c’è un nuovo spazio da riempire, i sessant’anni di oggi consentono ancora progettualità e prospettive e la possibilità di realizzare interessi inespressi.

La tendenza, continua la ricercatrice, è di scegliere facoltà socio-umanistiche che non prevedono laboratori, il che richiederebbe una maggiore disponibilità di tempo durante l’arco della giornata difficilmente conciliabile però con le altre attività. Una certa difficoltà di relazione con un ambiente pensato per i giovani innesca una forte sfida con sé stessi in cui è l’orgoglio il primo ad essere attivato.

Cosa dicono i dati?

Secondo Almalaurea – che divide gli studenti in tre cluster: regolare o un anno di ritardo, 2-10 anni di ritardo, oltre i 10 anni di ritardo – gli indirizzi prediletti dai laureati in età adulta riguardano l’insegnamento, le professioni sanitarie (divenute corsi di laurea solo in seguito alla riforma universitaria; circa il 37% si è immatricolato all’università con più di 10 anni di ritardo rispetto all’età regolare o canonica) e gli indirizzi politico-sociali.

 
La riforma sembra avvicinare all’università studenti tendenzialmente svantaggiati dal punto di vista socio-culturale (dei laureati immatricolati in età adulta solo il 13% ha almeno un genitore laureato, contro il 30% dei “giovani”).

Laureati per età all’immatricolazione per tipo di corso (%) – Profilo 2016 – cap.13 Gli adulti all’università
(*) SFP: corso non riformato in Scienze della Formazione primaria.

Laurea primo livello

  • regolare o 1 anno di ritardo 84% 84%
  • 2-10 anni di ritardo 12% 12%
  • oltre 10 anni di ritardo 4% 4%

LMCU

  • regolare o 1 anno di ritardo 92% 92%
  • 2-10 anni di ritardo 7% 7%
  • oltre dieci anni di ritardo 1% 1%
Laurea Magistrale
  • regolare o 1 anno di ritardo 58% 58%
  • 2-10 anni di ritardo 37% 37%
  • oltre 10 anni di ritardo 5% 5%

SFP(*)

  • regolare o 1 anno di ritardo 46% 46%
  • 2-10 anni di ritardo 32% 32%
  • oltre 10 anni di ritardo 22% 22%

Laureati che intendono proseguire gli studi, per tipo di corso ed età immatricolazione – primo livello (%)

È stato rilevato inoltre che gli studenti over tendono ad avere carriere più regolari, a loro sono riconosciuti maggiori crediti formativi per esperienze personali e formative, frequentano meno le lezioni e raramente partecipano a programmi di studio esteri.

Quasi il 60% degli immatricolati con ampio ritardo sono lavoratori studenti e quasi il 50% di loro conclude il percorso universitario senza difficoltà (tra quelli iscritti in età regolare la percentuale è del 30%).

Gli studenti over tendono a dimostrare minore interesse a proseguire dopo la laurea di primo livello tuttavia, anche tra gli immatricolati con almeno 10 anni di ritardo, il 32% intraprende il percorso magistrale e altri 20 su 100 prosegue la propria formazione in altro modo. Fra i laureati di secondo livello invece la differenza tra cluster si assottiglia 43% (adulti) contro 48% soprattutto in virtù di interesse nei confronti di master o corsi di perfezionamento.

2-10 anni di ritardo
  • laurea magistrale 37% 37%
  • Master o corso di perfezionamento 15% 15%
  • altro 10% 10%
  • non intende proseguire 38% 38%
Oltre 10 anni di ritardo
  • laurea magistrale 32% 32%
  • master o corso di perfezionamento 12% 12%
  • altro 8% 8%
  • non intende proseguire gli studi 48% 48%

La realtà dell’ateneo padovano, nel periodo tra il 2012 e il 2015, evidenzia un lieve aumento di laureati nella prima fascia di età a scapito degli over 40. (dati.ustat.miur.it che fanno riferimento a studenti laureati, quelli di Almalaurea riguardano invece le immatricolazioni)

2012

  • 21/30 90,55% 90,55%
  • 31-40 5,44% 5,44%
  • 41-50 2,72% 2,72%
  • > 50 1,29% 1,29%

2013

  • 21-30 92,04% 92,04%
  • 31-40 4,72% 4,72%
  • 41-50 2,18% 2,18%
  • > 50 1,06% 1,06%

2014

  • 21-30 91,85% 91,85%
  • 31-40 5,2% 5,2%
  • 41-50 1,94% 1,94%
  • > 50 1,01% 1,01%

2015

  • 21-30 92,97% 92,97%
  • 31-40 4,22% 4,22%
  • 41-50 1,82% 1,82%
  • > 50 0,99% 0,99%

Ho chiesto a Barbara quali sono state le sue motivazioni, questa la sua risposta:

Ho deciso di riprendere gli studi per portare a termine la mia formazione e sentirmi finalmente realizzata. Moglie, madre di tre figli e lavoratrice a tempo pieno, ho rivisto le mie priorità e ho rivendicato uno spazio per me stessa, con la complicità della famiglia ho potuto riprendere in mano la mia vita e sentirmi più adeguata alle sfide che tutti i giorni devo affrontare, in particolare nella sfera professionale. Sono stati tre anni per niente facili, ma ora finalmente posso dire: “Ce l’ho fatta!”