Io penso che gli altri mi vedano vecchia, immagino che mi giudichino fuori luogo, e quindi mi sento in imbarazzo.
Questa è l’immaginazione che si fa del giudizio dei suoi colleghi studenti Barbara, 46 anni, al suo terzo anno di una laurea triennale. Barbara fa parte degli studenti over, immatricolati in età adulta che la riforma degli ordinamenti didattici ha favorito.
Probabilmente, obiettivo della riforma (Decreto Ministeriale 509/99) è consentire l’accesso agli studi universitari anche a chi, in precedenza e per motivi diversi, ne era stato escluso.
Due sono i cicli formativi introdotti: laurea di primo livello (triennale) e laurea magistrale (biennale); una formazione post laurea: master di primo e secondo livello (annuale); dottorati di ricerca (triennale) e altro ancora.
La possibilità di frazionare il percorso (3+2) e il riconoscimento di esperienze di studio e lavoro sotto forma di crediti formativi, ha facilitato l’entrata o il ritorno di un nuovo tipo di studente.
Studenti over: cosa li motiva?
La sociologa Francesca Sartori, ricercatrice dell’Università di Trento ospite di una trasmissione di Rai tre, commenta i dati sugli iscritti al suo ateneo over 50 che costituiscono 1,4% degli iscritti alle varie facoltà di economia, giurisprudenza, sociologia, ingegneria, matematica, lettere e filosofia (soprattutto in questi ultimi la percentuale aumenta fino al 3%).
Secondo la sociologa le motivazioni che spingono le persone dopo tanti anni a riprendere o ad affrontare gli studi sono prevalentemente auto-realizzative: rispondere al desiderio di realizzare qualcosa che non è stato possibile prima e recuperare il proprio passato; il prestigio di essere chiamati “dottore” e soddisfare un bisogno psicologico di riconoscibilità sociale; poter affermare “anch’io ce la posso fare” innescando una competizione con i propri figli o compagni e sentirsi a loro più vicini compiendo un percorso comune.
C’è qualcuno che invece punta a una seconda laurea o desidera migliorare la propria condizione reddituale. Un’età in cui si è più vicini alla pensione, oppure lo si è già e a quel punto c’è un nuovo spazio da riempire, i sessant’anni di oggi consentono ancora progettualità e prospettive e la possibilità di realizzare interessi inespressi.
La tendenza, continua la ricercatrice, è di scegliere facoltà socio-umanistiche che non prevedono laboratori, il che richiederebbe una maggiore disponibilità di tempo durante l’arco della giornata difficilmente conciliabile però con le altre attività. Una certa difficoltà di relazione con un ambiente pensato per i giovani innesca una forte sfida con sé stessi in cui è l’orgoglio il primo ad essere attivato.
Cosa dicono i dati?
Secondo Almalaurea – che divide gli studenti in tre cluster: regolare o un anno di ritardo, 2-10 anni di ritardo, oltre i 10 anni di ritardo – gli indirizzi prediletti dai laureati in età adulta riguardano l’insegnamento, le professioni sanitarie (divenute corsi di laurea solo in seguito alla riforma universitaria; circa il 37% si è immatricolato all’università con più di 10 anni di ritardo rispetto all’età regolare o canonica) e gli indirizzi politico-sociali.
La riforma sembra avvicinare all’università studenti tendenzialmente svantaggiati dal punto di vista socio-culturale (dei laureati immatricolati in età adulta solo il 13% ha almeno un genitore laureato, contro il 30% dei “giovani”).
Laureati per età all’immatricolazione per tipo di corso (%) – Profilo 2016 – cap.13 Gli adulti all’università
(*) SFP: corso non riformato in Scienze della Formazione primaria.
Laurea primo livello
- regolare o 1 anno di ritardo 84%
- 2-10 anni di ritardo 12%
- oltre 10 anni di ritardo 4%
LMCU
- regolare o 1 anno di ritardo 92%
- 2-10 anni di ritardo 7%
- oltre dieci anni di ritardo 1%
Laurea Magistrale
- regolare o 1 anno di ritardo 58%
- 2-10 anni di ritardo 37%
- oltre 10 anni di ritardo 5%
SFP(*)
- regolare o 1 anno di ritardo 46%
- 2-10 anni di ritardo 32%
- oltre 10 anni di ritardo 22%
Laureati che intendono proseguire gli studi, per tipo di corso ed età immatricolazione – primo livello (%)
È stato rilevato inoltre che gli studenti over tendono ad avere carriere più regolari, a loro sono riconosciuti maggiori crediti formativi per esperienze personali e formative, frequentano meno le lezioni e raramente partecipano a programmi di studio esteri.
Quasi il 60% degli immatricolati con ampio ritardo sono lavoratori studenti e quasi il 50% di loro conclude il percorso universitario senza difficoltà (tra quelli iscritti in età regolare la percentuale è del 30%).
Gli studenti over tendono a dimostrare minore interesse a proseguire dopo la laurea di primo livello tuttavia, anche tra gli immatricolati con almeno 10 anni di ritardo, il 32% intraprende il percorso magistrale e altri 20 su 100 prosegue la propria formazione in altro modo. Fra i laureati di secondo livello invece la differenza tra cluster si assottiglia 43% (adulti) contro 48% soprattutto in virtù di interesse nei confronti di master o corsi di perfezionamento.
2-10 anni di ritardo
- laurea magistrale 37%
- Master o corso di perfezionamento 15%
- altro 10%
- non intende proseguire 38%
Oltre 10 anni di ritardo
- laurea magistrale 32%
- master o corso di perfezionamento 12%
- altro 8%
- non intende proseguire gli studi 48%
La realtà dell’ateneo padovano, nel periodo tra il 2012 e il 2015, evidenzia un lieve aumento di laureati nella prima fascia di età a scapito degli over 40. (dati.ustat.miur.it che fanno riferimento a studenti laureati, quelli di Almalaurea riguardano invece le immatricolazioni)
2012
- 21/30 90,55%
- 31-40 5,44%
- 41-50 2,72%
- > 50 1,29%
2013
- 21-30 92,04%
- 31-40 4,72%
- 41-50 2,18%
- > 50 1,06%
2014
- 21-30 91,85%
- 31-40 5,2%
- 41-50 1,94%
- > 50 1,01%
2015
- 21-30 92,97%
- 31-40 4,22%
- 41-50 1,82%
- > 50 0,99%
Ho chiesto a Barbara quali sono state le sue motivazioni, questa la sua risposta:

Io partita iva agricola per obbligo di mio padre pure ho visto l inferno.dal 2017causa incendi che hanno reso impossible proseguire un attività che peraltro odiavo ho chiuso tutto e iniziato una via crucis per pagare j debiti che ancora prosegue(vendendo patrimonio ovviamente).
Per non morire asfissiata dallo schifo(e non vado oltre sto in Calabria)ho ripreso a studiare.dal 2017convalida esami vecchio corso interpreti e traduttori del 99 e nel 2020mia prima vera triennale in mediazione linguistica inglese francese.pii la magistrale in lingue per la comunicazione e cooperazione internazionale lm38i non unimarconi.medis del 30.
Ho preso i 24cfu entro il 15ott 22 e ora apro dei siti sulla insegnamento e mi viene lo sconforto.a parte che mi piacerebbe poter insegnare in ambito universitario,non mi piace n idea della scuola,ma oltre a non piacermi vedo che è diventata una vera jungla insomma mi manca l ultimo esame da 6cfu e la tesi e mi ritrovo d improvviso demotivata e stupida.con amiche professoresse universitarie che mi sconsigliano dottorati e quanto altro,si certo non è facile,ma perché invece fnrrarw a scuola e ier di più in un ambiente poco stimolante per me dove molti lo vedo dai miei colleghi “tentano”gli esami e non di livello ma ho bisogno di lavorare.e mi sento in un vicolo cieco.ho preso trenta in materie dove molti prendono 20se gli va bene,e oggi mi sento una cretina il mondo e questo :non c e posto oer noi,per chi non ha avuto la fortuna di avere la libertà di scelta da giovane come dolorosamente è a caduto a me.ma ancora mi sento in prigione e ci sono.mi sento di aver buttato tempo e sabato e tolto tempo pure su miei figli.mi sono ammazzata perché nel frattempo ancora mi occupo delle vicende patrimoniali che ancora mi affliggono.ho studiato per cambiare vita mi accontenterei oyre di 1009eyto al mese per dire che me li sono guadagnati ma almeno non vivere l angoscia del sistema e sentirmi dire dai ti sei presa una laurea per una soddisfazione personale,come se non ci fossero cose più economiche in tutti i sensi per prendersi una semplice soddisfazione.
Che dire, la vita non sembra mai sazia di metterci di fronte a sfide; come le affronteremo è però una nostra scelta, almeno così è stato nella mia esperienza. Tuttavia, di una cosa sono certa, il tempo investito nello studio – di qualsiasi natura sia – non è mai perso. Le motivazioni possono essere diverse, ma la conoscenza apre la mente, a volte anche porte che diversamente neppure avremo visto. Il mio augurio è che tu ti possa trovare al posto giusto al momento giusto e possa scorgere uno spiraglio di luce nel tuo futuro.
Gentilissima Francesca,
ho 47 anni e sono da poco iscritta ad un percorso estero nel Regno Unito, è una corporazione di manager della contabilità (CIMA – Chartered Institute of Management Accountants), il titolo che verrà rilasciato equivale ad una laurea magistrale.
Sono attratta, più che da un titolo universitario formale, dal poter diventare un membro di un albo professionale estero che viene riconosciuto nel mondo e quindi dalle multinazionali. Sto trovando lo studio davvero impegnativo, molto mnemonico, in cui devo approfondire i concetti anche attraverso ricerche online e ulteriori libri oltre a quello di testo che già uso.
Tra poco affronterò il primo esame e spero vada bene.
Ho pensato di lavorare part-time ma sto trovando lo studio faticoso, soprattutto quando devo ripetere più volte i concetti per memorizzare, preferirei concentrarmi solo sullo studio anche per non metterci troppi anni.
Ho lavorato per circa 16 anni in partita iva, sia nel settore finanziario che nella costruzione e gestione di siti web, con molta amarezza questi settori non mi hanno portato a nulla soprattutto economicamente, per me la partita iva è stata un’attraversata all’inferno che ha prosciugato anche i miei risparmi e forze vitali.
Vorrei proprio cambiare settore, in particolare in contabilità mi sembra di capire ci siano varie possibilità di lavoro, e anche all’estero volendo, sono attratta dal mondo finanziario-contabile.
Vorrei poter ricominciare ma come dipendente, sicuramente mi si prospetterà iniziare dal basso, con stage, stipendio da 500-800 euro.
Secondo Lei se riuscissi ad ottenere questo titolo verso i 51, 52 anni, riuscirei a riqualificarmi? Mi assumerebbe qualcuno dopo i 52 anni?
Le persone a me vicino mi dicono di accantonare questa idea di studio e trovare quanto prima un lavoro qualsiasi (commessa, operaia, qualsiasi cosa) perché sono fuori tempo massimo e i 16 anni a partita iva sono stati solo un fallimento, inoltre da 3 anni non lavoro (causa pandemia, chiusura partita iva, non sapere più che fare nella vita). Grazie per tutte le Sue parole preziose che ho potuto leggere anche nei commenti.
Gentile Daniela,
ho letto il tuo commento e desidero farti riflettere su due aspetti.
Il primo riguarda l’età, oggi si va in “pensione” più o meno a 66/67 anni quindi dovresti chiederti se riesci a immaginarti nei prossimi 20 anni a fare un lavoro qualsiasi.
Seconda considerazione, le persone a te vicine, per quanto significative, come possono sapere cosa è meglio per te?
Avevo più o meno la tua età quando un giovane professionista che avevo consultato, quando avevo espresso il mio desiderio di cambiare vita, mi aveva guardato con commiserazione e detto:”ma dai… “ormai”, che tradotto potrebbe essere “sei fuori tempo massimo”.
Nessuno può sapere cosa sia meglio per te e in fondo gli unici responsabili della nostra felicità/serenità siamo noi stessi.
Quello che voglio dire è che non possiamo “metterci nelle scarpe di altri, semmai faremo calzare agli altri le nostre.
Rimettersi in gioco, riprendere a studiare è faticoso, per quanto mi riguarda ho potuto solo a 55 anni riprendere in mano la mia vita; ho fatto il liceo, una laurea triennale, una magistrale, un master e ora mi sono iscritta a Filosofia.
Certo la mia scelta non è professionale, è personale e non riesco a pensare di smettere di studiare, soprattutto di continuare a mettermi alla prova.
Mi tiene la mente brillante e mi fa sentire bene. Questa ovviamente è la mia esperienza, non pretendo né voglio dare consigli solo chiederti di riflettere su cosa vuoi tu e cosa sei disposta a mettere in gioco per te stessa.
Se hai un po’ di tempo leggi gli articoli in tema Empowerment, ho trovato illuminante il tema bisogno/desiderio.
Vorrei solo dire, ascoltati! Ognuno di noi ha dentro di sé le risposte che cerca, saprai solo tu qual è la scelta giusta.
Un abbraccio grande.
Buonasera, scrivo il presente commento per un confronto e un aiuto perché non so come orientarmi. Ho conseguito una laurea triennale di tipo umanistico e trovato lavoro nello stesso ambito, a cui mi sono dedicata con grande passione. Dopo 11 anni di lavoro mi sento usurata e vorrei cambiare totalmente. Ho 43 anni e sono indecisa tra diversi corsi di laurea. Questa volta vorrei scegliere qualcosa che possa darmi soddisfazione anche a livello economico. Mi spaventa molto il confronto con i più giovani. È rincuorante leggere le vostre esperienze.
Un saluto.
Rosaria
Gentile Rosaria, capisco le sue perplessità, sono state anche le mie quando ho ripreso a studiare. Per quanto mi riguarda il disagio è durato poco e ho capito che il problema riguardava più noi che loro. Io ho ritenuto proprio frequenza e confronto la maggiore ricchezza di questo percorso e soprattutto i lavori di gruppo dove non è l’età a contare ma la disponibilità a mettersi in gioco e buttarsi alle spalle pregiudizi e altro ancora. In quei casi ognuno mette a disposizione la propria esperienza e capacità per costruire insieme qualcosa, del resto non è quello che si fa anche nella quotidianità? Se è qualcosa che ritiene utile e importante per lei non lasci che sia l’età a condizionare le sue scelte. Io ho superati i 60 e, tanto per non fami mancare nulla, mi sono iscritta a Filosofia, una passione da sempre…
A proposito del problema circa la formazione continua e/o permanente, ecco la mia esperienza.
Con mia moglie, ormai nel lontano 2006, mi sono iscritto alla facoltà di Scienze dalla formazione presso l’università di Padova. Il corso non prevedeva l’obbligo di frequenza. A quarantotto anni suonati mi sono impegnato a fondo nello studio, pur continuando la mia professione di tecnico presso un’azienda di servizi. Nel 2010 entrambi, mia moglie ed io, abbiamo conseguito laurea triennale. Non contento dell’obiettivo raggiunto, mi sono iscritto anche al biennio conseguendo laurea magistrale in data 12/12/2012 (non sono un esperto in numerologia….). Dopo qualche anno, esattamente a settembre del 2019 quasi al termine della mia attività professionale, alle porte quindi della pensione (ultimo giorno di lavoro 31/12/2019), mi sono iscritto all’Istituto Superiore di Scienze Religiose della mia città. Il mese scorso ho consegnato in segreteria la mia tesi triennale che discuterò alla fine di febbraio 2023: ho compiuto quest’anno sessantaquattro anni e non mi sento certamente troppo vecchio per studiare. Quindi: se proprio lo volete, buttatevi senza tanti pensieri.
Ricordate che la cultura è l’unica cosa che nessuno potrà mai portarvi via.
Paolo
Grazie Paolo per la tua testimonianza. Secondo me non si è mai troppo vecchi per studiare, anzi… Dopo una triennale, una magistrale e un Master conclusosi lo scorso ottobre, mi sono concessa un anno sabbatico… anche se nel frattempo sto approfondendo altri temi a me cari. La mente ha bisogno di essere alimentata quanto il corpo e forse ancora di più.
Buongiorno Francesca
Mi chiamo Francesco e ho quasi 39 anni. Anche io purtroppo avendo fatto errori da neodiplomato e buttato via degli anni in un corso di studi che non mi piaceva ho deciso poi di cambiare completamente campo di studi e son riuscito a laurearmi alla triennale a 28 anni. Dopo, non avendo la possibilità di sostenere i costi per la magistrale ho deciso di prendermi una qualifica professionale in una scuola privata e ho cominciato a lavorare. Purtroppo ho trovato solo lavori precari, contratti di massimo 6 mesi, stagionali. Ora mi ritrovo alla soglia dei 40 anni con il dubbio se continuare a cercare lavoro o tentarmi l’iscrizione alla magistrale dell’università per potermi aprire anche le porte dell’insegnamento.
Secondo lei avrebbe senso?
Grazie per la risposta
Il senso di qualsiasi scelta è del tutto personale. In questi casi più che trovare risposte dovremmo porci delle domande. Quali sono le motivazioni che mi spingono in una o altra direzione? Un consiglio potrebbe essere immaginare tanti scenari quanti sono le ipotesi. Se faccio questo, cosa accade? Se altro… Io ho imparato a fare piccoli passi e “testare” il terreno. In genere gli ostacoli sono quelli che ci aiutano a capire se è là che dobbiamo andare o magari ci dicono che è una strada senza uscita… Se in quello specifico tratto troviamo aiutanti che ci facilitano la via, allora forse è lì che dobbiamo andare – e per aiutanti intendo qualsiasi cosa, non solo persone. Viceversa l’ostacolo può avere due valenze, misurare la nostra volontà o invitarci a scegliere altro. In altre parole non ne farei una questione di età ma di passione. Se ci guida la passione, ci illuminiamo e tutto si svela nella sua bellezza. Francesco, mi scuso per il ritardo ma mi sono accorta solo oggi… in bocca al lupo!
Buongiorno,
Io ho 55 anni e sono un ingegnere… a dire la verità trattasi di un “ripiego”: avrei voluto studiare Fisica ma per essere più sicuro di trovare lavoro mi sono iscritto a Ingegneria. L’anno scorso dopo tante esitazioni ho deciso: mi sono iscritto alla facoltà di Fisica. Questo corso di Laurea prevede frequenze obbligatorie di lezioni e laboratori e perfino lavori di gruppo. Non ho avuto nessuna difficoltà ad “integrarmi” in un ambiente giovanissimo, ho fatto lavori di gruppo con ragazzi molto giovani e mi hanno fatto sentire uno di loro. Se volete studiare e quindi migliorare la vostra cultura anche se avete una certa età non fatevi problemi, ISCRIVETEVI: vi assicuro che vivrete esperienze bellissime, oserei dire da seconda adolescenza…
Grazie Angelo per la testimonianza. Secondo me bisogna cancellare dal nostro vocabolario la parola “ormai” che spesso viene usata per dire: “ma dai, ormai… ma che senso ha…” Ne ha eccome di senso perché è qualcosa che facciamo per noi stessi. Non dobbiamo, SCEGLIAMO!
Ciao Angelo, anch’io mi sono iscritta a Fisica e sono rinata. Sto vivendo un’esperienza davvero stimolante e interessante. Ritornare a studiare, anche a 40 anni come nel mio caso, è un consiglio che darei a chiunque voglia rimanere mentalmente attivo
Grazie Alexandra!
Salve mi chiamo Luigi e ho 44 anni e se sono qui e’ perche’ ho un forte rimpianto di non aver terminato l’Universita’.
Lasciai la facolta’ di Giurisprudenza a 20 anni dopo aver fatto 7 esami con la media del trenta .Mi piaceva studiare e avevo un riscontro davvero positivo.Purtroppo pero’ per motivi personali,una forte depressione ,e per condizioni familiari,fui costretto ahime’ ad abbandonare gli studi per poter abbracciare la vita e imparare ad amarmi e ad accettarmi .Ora dopo quasi 25 anni sento di non aver realizzato un sogno e questa cosa mi pesa.Allora il mio sogno era quello di fare il magistrato come quello del mio migliore amico e compagno di studi.Macinavamo esami su esami con il massimo dei voti .Lui ha proseguito ,avendo condizioni personali e familiari diverse dalle mie ,e ha realizzato quel nostro comune sogno di diventare magistrato .Sono consapevole che quel sogno non posso ormai realizzarlo e vorrei iniziare un nuovo percorso di studi di tipo umanistico, incentrato sullo studio dell’arte e della letteratura.
Attualmente non lavoro .Per causa covid ho perso il mio lavoro .A 44 anni mi chiedo se sia giusto o possibile iniziare un percorso di studi come se fossi un adolescente o accantonare questo desiderio e dedicarmi alla ricerca di un lavoro.
Grazie per avermi letto
Un cordiale saluto
Marco
Grazie Luigi o Marco? per il suo messaggio, io ho riaperto il cassetto e realizzato il mio sogno quando ho potuto, senza rimpianti e ne è valsa la pena. Difficile dire oggi se quella del magistrato sarebbe stata o no la sua strada, ma tant’è e oggi si fa i conti con chi siamo e cosa è importante per noi in questo momento. Si può iniziare un percorso di studi ad ogni età e non come se si fosse un adolescente, la voglia di conoscenza non è prerogativa di quel momento, ma dell’essere umano, anzi oggi con una maturità diversa lo studio diventa importante per ciò che è, per ciò che da, non un obbligo come può accadere da adolescenti. Non so quali siano le sue necessità ma si può studiare e lavorare, sta a lei trovare un equilibrio ma non accantoni l’idea dello studio unicamente per un problema di età… Mi spiace per il suo lavoro, è un periodo davvero difficile, con la speranza che tutto si risolva al meglio la saluto cordialmente e la ringrazio per aver raccontato la sua esperienza. Francesca
La ringrazio Francesca per la sua risposta. Mi chiamo Luigi e mi sono firmato Marco per errore. È proprio vero quello che dice e non si può sapere come sarebbe andata la nostra vita se avessimo compiuto quella scelta piuttosto che un ‘altra. Forse penso molto al passato perché vivo una fase della vita infelice,un presente che non accetto. E penso alla mia vita come una concatenazione di errori e di scelte sbagliate. Chissà se avessi continuato gli studi come il mio amico sarei diventato un magistrato come lui. O magari solo un avvocato di provincia dedito a cause di incidenti stradali e frustrato. Non possiamo saperlo purtroppo. Però credo che la vita sia il risultato delle nostre scelte giuste e sbagliate che siano. Ad ogni modo lei in cosa si è laureata?
Caro Luigi, mi sono laureata alla triennale in Comunicazione, ora sto completando la tesi della Magistrale di Servizio sociale, dovrei laurearmi a giugno. Purtroppo ho perso un anno a causa del Covid, la mia è una tesi di ricerca in una RSA e come è noto, queste strutture sono quelle che hanno pagato il prezzo più alto e, a parte qualche mese estivo, sono tutt’ora blindate. Non contenta sto valutando di fare un Master sul fine vita perché è un tema che mi sta particolarmente a cuore. Mi permetto di dire una cosa in cui credo: non ci sono errori ma esperienze di cui fare tesoro, a volte bisogna fermarsi ringraziare noi stessi per qualsiasi cosa sia accaduta e poi voltare pagina. Il passato è passato, non possiamo cambiarlo, possiamo solo cambiare il nostro atteggiamento nei suoi confronti e guardare ad un nuovo capitolo… è possibile, io ne ho le prove… 😉 se ha un po’ di tempo legga i post sull’empowerment, si sono spunti interessanti…
Gentile Francesca mi rincuorano le sue parole. Bisogna essere grati per le cose che ci capitano e cercare di perdonarsi e volersi bene nonostante il periodo buio. Interessante il suo percorso di studi e di certo il periodo non l ‘aiuta a completare nell’ immediato la tesi. Si purtroppo a causa di questo covid viviamo tutti con ridotte possibilità di muoverci per realizzare i nostri obiettivi. Almeno questo ci ha indotto a fermarci per riflettere e fare bilanci sulle nostre vite. Leggeró sicuramente i post che mi ha suggerito. In questo periodo della vita ho bisogno di reinventarmi di nuovo. Vivo all estero da 10 anni. Prima 8 anni a Barcellona in Spagna ed ora da due anni a Berlino. Sto cercando di imparare il tedesco e mi creda proprio questo ha risvegliato in me i ricordi legati agli esami universitari, i miei 7 esami persi.
mi piacerebbe iscivermi unipisa ma mi piacerebbe sapere se ci sono over50 iscritti
è così importante? in fondo è solo un numero, non lasciare che siano gli stereotipi a condizionare le tue scelte.
Io, over 50 mi sono iscritta e ho frequentato tutte le lezioni della triennale e della magistrale ed è stata la scelta migliore.
ci si dovrebbe chiedere quali siano motivazioni e obiettivi, il resto è semmai un problema degli altri.
In bocca al lupo!
Buonasera Francesca ho letto con il interesse il suo messaggio.
E’ Da qualche tempo che sto’ pensando seriamente di iscriversi all’università.
Ovviamente anch’io nutro una serie di preoccupazioni relative al tempo che dovrò dedicare allo studio , avendo famiglia con 2 bambine ancora piccole. Mi potrebbe gentilmente dire come lei ha fatto ad organizzarsi oppure se può indicarmi un forum dove poter rispondere alle mie domande.
La ringrazio
Cordiali saluti
Mauro Bontorin
Buongiorno Mauro,
per me è stato relativamente facile, avevo deciso di anticipare l’uscita dal mondo del lavoro e concedermi l’opportunità di riprendere a studiare quindi, a parte la famiglia, lo studio è stato per un po’ la mia priorità. Della triennale ho frequentato tutti i corsi, e tutti i laboratori ed è stata la cosa più interessante. Poterti confrontarti con docenti e colleghi studenti è stato arricchente. Tuttavia alcuni lavoravano e avevano famiglia e sono riusciti comunque a portare a termine il proprio percorso nei tempi previsti. Con loro si è creata complicità e spesso ci siamo scambiati gli appunti e ci siamo confrontati. Comunque ogni esame è a sé, la quantità di testi da studiare dipende da argomento e docente e ognuno presenta caratteristiche e complessità diverse. A me piaceva e piace studiare, quindi non mi è pesato. Inoltre, la quantità di tempo da dedicare dipende dai risultati che si vogliono ottenere (se aspiri al 110 ti devi impegnare parecchio), dal percorso che si sceglie e dalle motivazioni che ti sostengono lungo il percorso.
Anche alla magistrale ho frequentato buona parte delle lezioni ma in questo caso era prevista una ricerca sul campo che ha allungato i tempi (anche a causa del Covid), non è per forza così. Credo che un tentativo si possa fare, affrontare il primo semestre e vedere cosa succede, ma consiglio la complicità della famiglia, altrimenti diventa tutto più complicato. Non conosco forum sull’argomento, ma credo che parlare con il presidente del corso di laurea che si intende seguire potrebbe essere d’aiuto per capire il tipo di impegno previsto.
In bocca al lupo!
Francesca